Nel mio precedente articolo “I buoni consigli per la vita in casa ai tempi del Coronavirus” ho voluto trattare quali buone prassi possiamo mettere in campo per gestire il tempo nel miglior modo durante il periodo di isolamento che tutti noi stiamo vivendo.

All’ultimo capoverso del precedente articolo mi ero infatti riproposto di occuparmi in maniera più specifica di chi, in questo momento di forte incertezza e di attesa, è costretto a vivere in casa da solo. Intanto comincio con il dirvi che le persone che si trovano a vivere questi momenti da soli sono molti di più di quanto si pensa.

Immaginate una popolazione di circa 8 milioni di Italiani, che per scelta, necessità o eventi della vita si trovano nella situazione di dover gestire queste giornate in solitudine. Non che la solitudine sia per forza una situazione negativa, anzi in molti momenti questa aiuta la concentrazione. Albert Einstein apprezzava a tal punto la solitudine che riteneva sarebbe stata cosa buona insegnarla nelle scuole per quanto fosse importante per la creatività. Concordo con il pensiero di Einstein, ma bisogna anche dire che la solitudine è sì un momento importante per la riflessione e la creatività, ma lo è quando e per chi la sceglie, non quando è imposta e/o non la si cerca. Bisogna quindi essere preparati ad accoglierla e bere dei sui frutti.

Vediamo quali categorie rientrano in questi 8 milioni circa di persone (di cui poco meno della metà sono anziani), che sono sole in casa da emergenza Covid. Troviamo giovani e adulti Single per scelta o da separazioni/divorzi, Single anziani, Vedovi, Partner a distanza, Disabili, operatori socio-sanitari, militari e forze dell’ordine trasferiti nelle città da emergenza Covid, ecc ecc.

Pertanto, se il distanziamento sociale apporta problematiche di vario genere già per chi sta vivendo in  famiglia, nei casi di persone sole il tema potrebbe addirittura essere più intenso.

Questi individui devono gestire la convivenza con se stessi; se in alcuni casi può essere più semplice perché non si rischiano i contrasti e le tensioni che inevitabilmente potrebbero innescarsi in un nucleo familiare durante una convivenza forzata, queste persone hanno comunque l’arduo compito di dover gestire i propri stati emotivi da soli. Smarrimento, ansia, paura, impotenza sono emozioni che possono susseguirsi durante questo periodo e purtroppo non si può ricevere in casa il conforto di uno sguardo o un sorriso che possa rassicurare, come anche ricevere o donare un abbraccio.

Per questa categoria di persone è quindi importante appropriarsi della gestione dei propri spazi temporali tramite un potente esercizio per non farsi prendere da apatia, frustrazione, impotenza, malinconia, ansia, paura bloccante, panico. Ci si può appropriare dei propri spazi e della gestione consapevole degli stessi attraverso il grado di Volontà: prendere coscienza del nostro volere porta all’autodeterminazione e quindi ad un movimento e all’azione consapevole.

Sono io che mi approprio del tempo e che lo riempio di azioni cadenzate perché non posso, non devo e soprattutto non voglio essere in balia degli eventi.

A Livello concettuale che cos’è la volontà? Possiamo cominciare con il dire che la volontà è potere, forza di spirito, è energia, è capacità di concentrazione, è la miccia che muove i passi successivi. La Psicologia della Gestalt che ci regala molti spunti di riflessione ci ricorda però, che Il mondo risponde alle nostre azioni e non alla volontà o alle nostre emozioni. Sta a significare che per far accadere le cose e per far in modo che il mondo che ci circonda possa fornirci delle risposte, bisogna mettere in azione, in prassi la nostra volontà. Potremo così riuscire ad ergerci anche sopra le proprie emozioni, aumentando la capacità di concentrazione e riuscendo anche perché no, a cambiare le nostre abitudini.

La volontà è in ognuno di noi ma non tutti riescono ad esercitarla; questa si presenta prima delle nostre azioni, senza le quali però, resterebbe solo un esercizio fine a se stesso.

Prendetevi ora.. si proprio ora, uno spazio per riflettete sulla parola Volontà. Cercate di dare un significato a questa parola in termini valoriali per voi, ma fate anche uno sforzo per raffigurare come è oggi per voi la volontà. Si può fare attraverso un veloce esercizio di visualizzazione. Immaginate di dare un colore, una forma e una consistenza fisica alla volontà per come vi appare in questo momento (in futuro potrebbe cambiare). Lo avete fatto? Bene, ora prendete un foglio di carta e disegnate quello che avete visualizzato cercando di renderla quanto più possibile simile a quello che avete immaginato. A questo punto il disegno mettetelo in una zona di casa dove potete vederlo durante la giornata. La visualizzazione e il disegno dello stesso, è un primo importante passo per mettere fuori ciò che abbiamo dentro e di per se è già un’azione. Lo stesso esercizio può essere fatto anche con i nostri stati d’animo, ma tornerò su questo tema in un prossimo articolo.

Ma cosa possono fare quindi le persone sole in casa in questo periodo di isolamento sociale? Sicuramente rimangono valide per tutti, le buone prassi che ho presentato nel precedente articolo “I buoni consigli per la vita in casa ai tempi del Coronavirus” che vi invito a leggere.

Iniziamo con il dire che mai come in questo periodo la tecnologia che spesso è stata accusata di incrementare il distanziamento  sociale tra le persone, può venirci in soccorso e far entrare o entrare noi, in casa delle persone a cui vogliamo bene.

Che tipo di tecnologia e come usarla

I social

Sembrerebbe inutile soffermarsi su questa forma di tecnologia che gran parte delle persone conosce e utilizza.  Ma anche i Social hanno una loro valenza se usati nel modo giusto, altrimenti potrebbero avere un effetto ancor più di separazione. Possono essere usati quindi tutti i tipi di social che si ritengono idonei, la cosa importante è che si tengano presenti due aspetti:

  • Che vengano utilizzati sempre per un periodo di tempo pre-programmato. Ricordo che il nostro cervello ha bisogno di una routine nelle azioni quotidiane e ne deve svolgere più di una durante la giornata. Non sarebbe costruttivo passare ore ed ore sui social senza dare spazio ad altre attività.
  • Che il tempo passato sui social ci lasci una sensazione positiva. Se terminato il tempo passato su quel social ci si sente irritati, ansiosi o demotivati vuol dire che non è stato proficuo per noi e quindi è bene valutare un’altra opzione.

Alcuni esempi di piattaforme social

In un momento come questo è importante per le persone che affrontano da sole il distanziamento sociale, trovare delle piattaforme social che incoraggino il senso dello stare insieme, di condividere momenti di contatto quanto mai più simili alla realtà fisica.

  • Videochiamate di Gruppo: esistono diverse piattaforme che consentono di effettuare videochiamate di gruppo (anche fino a 8 persone), in modo ad esempio di programmare di passare insieme i pasti della giornata. Ci si da un orario e a quell’ora si mangia tutti insieme oppure si può organizzare la video merenda. Il cibo rappresenta per le persone un momento importante di socializzazione. E’ possibile anche (per gli appassionati) trovare un gioco di società on-line.
  • Virtual Tour: un altro modo per passare un paio d’ore con un nostro familiare/amico/a è di visitare virtualmente i bellissimi musei che in questo momento ci sono stati messi a disposizione
  • Dirette Online: sono sempre di piu’ le dirette che si stanno attivando su diverse piattaforme (Coursera – Skillshare – TED – Youtube) e che trattano argomenti specifici di diverso genere come Scienza, Natura, Cucina, Dieta, Psicologia ecc ecc ecc. Ci si da appuntamento, si ascolta la diretta, si interagisce e poi ci si può sentire con l’amico/a per discutere appassionatamente sull’argomento

 Viedochiamate da Smartphone

Soprattutto per le persone più anziane ricevere una telefonata con la possibilità di potersi guardare negli occhi è estremamente importante. Prediligete in questo periodo una videochiamata in più rispetto ad una telefonata. Pensare anche di pranzare insieme in videochiamata con la persona è sicuramente un buona prassi.

Le video piattaforme/chiamate, hanno il vantaggio che dei cinque sensi umani riescono a soddisfarne almeno due la vista e l’udito e attraverso lo sguardo riescono ad emergere meglio le emozioni e anche a placare l’ansia del distanziamento.

E’ palese che per gli anziani l’utilizzo della Tecnologia non è di comune prassi anche se si può moderatamente insegnare loro come effettuare o ricevere una videochiamata.  Un consiglio quindi per le persone più giovani che vivono vicino a degli anziani e che magari hanno il balcone affianco o di fronte, di organizzare delle “real chiacchierate” sui balconi e passare una mezzora a parlare. E’ bene concordare degli orari prestabiliti perché le persone in età avanzata, hanno bisogno di appuntamenti certi e cadenzati durante la giornata. La Routine è per loro sinonimo di tranquillità. Provate a farlo e vedrete quanto fa bene a tutti.

Spero di avervi offerto alcuni spunti e vi saluto con una bella frase sulla Resilienza di un proverbio Messicano che cita testualmente: Hanno cercato di seppellirmi, ma non sapevano che io sono un seme

Dr. Fabrizio Malta
Counselor Professionale – Gestalt Counselor
Educatore ed esperto dei processi formativi e comunicativi